Cristián Basso Benelli

Cáscara quemada
Voy y vengo de la década,
del metal que cuentan las horas,
sobrevuelo la raíz del pánico,
acerco la oreja a todo lo que huele
en cada uno de mis actos
para verlos crecer hasta apagarse
en la oferta de la muerte
que huele a cáscara quemada.
Entre tanta luz,
¿qué habrá sido
de esa luz tenue de las velas?;
¿dónde habrá olvidado sus ropas
esa muerte que tocó mi espalda
y se perdió en las alamedas?
Ya sabes,
eso de amarnos se asesina de mirarlo;
su madera no la sorben las aguas.
Esas ya las dejamos atrás.
No somos dos ojos en la mesa,
estamos en la década;
un paso más y la salida.
Sólo nos quedarán algunos ruidos.
Nadie recordará que fuimos paraje.
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Conchiglia bruciata
Vado e vengo dal decennio,
del metallo che contano le ore,
sorvolo la radice del panico,
accosto l’orecchio a tutto ciò che odora
in ognuno dei miei atti
per vederli crescere fino a spegnersi
nell’offerta della morte
che odora di conchiglia bruciata.
In tutta questa luce,
che ne sarà stato
di quella luce tenue di candele?;
Dove avrà scordato i tuoi abiti
quella morte che mi toccò la spalla
e si perse nei pioppeti?
Sai già,
il nostro amarci si assassina nel guardarlo;
il suo legno non lo sorbiscono le acque.
Ormai ce le lasciamo alle spalle.
Noi siamo due occhi sulla tavola,
siamo nel decennio;
ancora un passo e l’uscita.
Ci resteranno solo un po’ di rumori.
Nessuno ricorderà che siamo stati insieme.
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