Jorge Aulicino

Questo progetto nasce da un viaggio intrapreso nel 2014, un soggiorno in Argentina organizzato inizialmente per presentare il mio libro “Italiane d’Argentina. Storia e memorie di un secolo d’emigrazione al femminile 1860-1960” (Ananke Edizioni), durante il quale ho poi avuto il privilegio di incontrare e conoscere otto poeti argentini, di età e generazioni differenti, quasi tutti di origine italiana: Jorge Aulicino, Diego Bentivegna, Alicia Genovese, Irene Gruss, Mariano Pérez Carrasco, Sandro Barrella, Diana Bellessi, Lely Busquet. Ho parlato a lungo con loro, filmando questi incontri, una sorta di intervista a tutto tondo nella quale ognuno mi ha raccontato di sé, delle proprie origini e del rapporto con l’Italia, dell’Argentina di ieri e di oggi, di Buenos Aires, di episodi della propria vita, di politica, di poesia e di letteratura, delle autrici e degli autori amati, e di molto altro ancora. continua
[Jorge occhiali e pipa, il primo nostro incontro mancato, come ora mancano all’appello certi ricordi, dettagli del barrio Almagro, del caffè al tavolino del Toñin, dell’avenida Rivadavia che si snoda lunga come una città nella città e infinita, ricordo solo la voce delle auto nella tarde di Buenos Aires e poi la tua mano che su un foglietto giallo disegna a casa tua la casa col patio che è stata del padre di tuo padre, muratore al cimitero Recoleta, il salto della tua gatta sui libri improvviso, e le foto che non ho guardato per non svelare nessun volto che appartenesse alla tua storia, personalmente mi perdo di frequente non mi riesce mai di osservare con attenzione gli oggetti intorno, così non ho osservato niente, a parte lo scolorire fresco delle tue parole che volgevano al tramonto più nitide contro il buio delle notti in cui sei solito scrivere, esatte essenziali lievi, ti ho immaginato chiudere un giornale una finestra il telefono silenzioso passeggiare con la tua ombra d’inchiostro al seguito, mi sono chiesta dove tenevi quello sguardo che mette spalle al muro il mondo e lo fa parlare suo malgrado da una prospettiva a cui di certo io non avrei pensato, me lo sono chiesta mentre da una virgola di pausa appena ho intravisto nei tuoi occhi il paradosso di una malinconia ironica e benevola, e ho pensato a quanto forte può diventare una parola tenuta stretta perché non prenda il volo prima di essersi radicata per bene in terra, e poi ho invidiato un poco la sedia e la porta, l’orologio e la quiete apparente di tutte le cose che sulle tue labbra si riflettono e trovano un luogo preciso e accogliente per essere semplicemente sé stesse, ed esistere.]
Jorge Aulicino è nato a Buenos Aires nel 1949. Come giornalista ha lavorato per diverse testate, occupandosi in particolare delle pagine di Cultura, Arte, Società e Scienza del “Clarín” e dirigendone poi il supplemento culturale “Ñ”. Ha fatto parte del Consejo de Dirección del “Diario de Poesía” di Buenos Aires. Ha tradotto John Keats, Ezra Pound, Marianne Moore y Frederick Seidel, e numerosi poeti italiani, tra cui Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Montale, Franco Fortini. Cura il blog di poesia e di traduzioni “Otra iglesia es imposible”. Nel 2012 ha pubblicato la raccolta Estación Finlandia che comprende la gran parte della sua produzione poetica: i libri scritti dal 1974 al 2011, tra i quali Paisaje con autor, Magnificat, Hombres en un restaurante, La línea del coyote, Las Vegas, La luz checoslovaca, La nada, Hostias, Máquina de faro e El capital. È stato tradotto in italiano e in inglese.
TESTI TRATTI DA “ESTACIÓN FINLANDIA.
POEMAS REUNIDOS 1974-2011” (Bajolaluna, 2012)
Dalla raccolta Poeta antiguo
ROMANCE DEL ENAMORADO Y LA MUERTA
al conde Potocki
Por Dios ven Camila
aquí donde sopla el aire
de los viejos espíritus
Guárdate de reír con tu carcajada
frenética, líquida
Por Dios ven desnúdate
aquí donde está caliente la tierra
y el agua trae olor de lavanda
de la piel de los gitanos
que se disuelve en la sierra
Durante toda la noche
ha soplado el viento fuerte
y agrio de los viejos espíritus
Creo son sus manos
las que tiran el vestido de Camila
y de un golpe descubren sus pechos
azules
sus espaldas moradas
CANZONE DELL’INNAMORATO E DELLA MORTA
al conte Potocki
Per Dio vieni Camilla
qui dove l’aria dà fiato
alle anime antiche
Ma attenta a non ridere con la tua risata
frenetica, liquida
Per Dio vieni spogliati
qui dove la terra è più tiepida
e l’acqua ha odore di lavanda
della pelle degli zingari
che si dissolve tra le montagne
Tutta la notte
ha soffiato l’alito forte
e aspro delle anime antiche
Credo siano le loro mani
che strappano via il vestito di Camilla
e di colpo scoprono i suoi seni
azzurri
le sue spalle livide
Dalla raccolta Paisaje con autor
PAISAJE CON AUTOR
Vivió una escenografía de libros abandonados,
un televisor encendido después de la transmisión
y cigarrillos sin terminar.
Procuraba mirar de frente los objetos:
las roturas del asfalto o las plantas de un acuario.
Pensó en los objetos, soñó con objetos
vivió rodeado de objetos sin traducción.
El mal y el bien no parecen distintos detrás
de un vidrio tan nítido.
Ahora piensa que el mundo está arreglado
de acuerdo con ciertos propósitos.
Y más allá de ellos los objetos se destiñen sin objeto.
El mundo se rinde de esta manera y uno sonríe
sin entender en qué consiste el triunfo,
mientras el sol brilla sobre una botella en los techos
o escucha los trenes o la lluvia
que vuelve a caer donde había caído y agrega
hongos, óxidos, humedad, ciertos olores
a un paisaje que sin embargo no termina de explicarse.
PAESAGGIO CON AUTORE
Visse una scenografia di libri abbandonati,
un televisore acceso dopo il programma
e sigarette non terminate.
Si sforzava di guardare in faccia le cose:
le crepe dell’asfalto o le piante di un acquario.
Pensò alle cose, sognò le cose,
visse circondato da cose senza spiegazione.
Il male e il bene non sembrano distinti dietro
un vetro così nitido.
Ora pensa che il mondo è regolato
secondo evidenti propositi.
E al di là di quelli le cose scolorano senza uno scopo.
Il mondo si arrende in questa maniera e uno sorride
senza comprendere in che cosa consiste la vittoria,
mentre il sole brilla in una bottiglia sui tetti
o ascolta i treni o la pioggia
che ritorna a cadere dove era caduta e mescola
funghi, ruggine, umidità, qualche odore
a un paesaggio che tuttavia non finisce di rivelarsi.
Dalla raccolta: La caída de los cuerpos
LA REALIDAD INCREADA
el hombre convierte en caballo en ganso en pez espada
la sombra de su mano
las formas no son infinitas:
la casualidad está sujeta
sólo la cabeza puede naufragar
en una idea llevada hasta el fin
lo cual sería suicidio por alegría:
el hombre convertido por fin en otra cosa
semejante a nada
y en el aire a pesar de todo
un aire de feliz melancolía
LA REALTÀ INCREATA
L’uomo converte in cavallo in oca in pesce spada
l’ombra della sua mano
le forme non sono infinite:
la casualità dipende
solo la mente può naufragare
in un’idea portata fino al termine
il che sarebbe un suicidio per allegria:
l’uomo convertito infine in un’altra cosa
simile a niente
e all’apparenza nonostante tutto
un’aria di felice malinconia
[Traduzione di Silvia Rosa]
ESTRATTI VIDEO:
http://vimeo.com/album/3241232
LE ORIGINI ITALIANE
http://vimeo.com/album/3241232/video/118487094
L’IMPEGNO POLITICO E IL PERIODO DELLA DITTATURA
http://vimeo.com/album/3241232/video/117851966
BUENOS AIRES E LA MALINCONIA
http://vimeo.com/album/3241232/video/118505273
SULLA POETICA E SUI MAESTRI
http://vimeo.com/album/3241232/video/118577074
SULLA POESIA ARGENTINA CONTEMPORANEA
http://vimeo.com/album/3241232/video/118570087
PROGETTI FUTURI
http://vimeo.com/album/3241232/video/118570088
- geo_public:
- 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0