Zehra Çirak

traduzione di Eva Taylor
La poeta Zehra Çirak nasce nel 1960 a Istanbul, nel 1963 arriva in Germania, a Karlsruhe. L’intenzione del padre, era di stare per un anno in Germania e guadagnare molto in breve tempo, ma le cose vanno diversamente, perché non torna in Turchia, la famiglia si stabilisce in Germania.
Dal 1982 Çirak vive e lavora a Berlino, in stretta relazione, personale e artistica, con il pittore e scultore Jürgen Walter.
Zehra Çirak inizia a scrivere da adolescente. Questo nella cultura turca succede spesso, come racconta in un’intervista del 2001 (Langner 2001): ‘Si cantano canzoni, si suona musica o si scrivono poesie, donne e uomini. Molti uomini cominciano a scrivere poesie quando vanno militari’.
Nel 1987 esce il primo volume di poesie di Zehra Çirak Flugfänger [Gli accalappiavoli], nel 1991 Vogel auf dem Rücken eines Elefanten [Uccello in groppa a un elefante] e nel 1994 Fremde Flügel auf eigener Schulter [Ala estranea sulla propria spalla]; seguono nel 2000 Leibesübungen [Esercizi a corpo libero] e l’ultimo presentato durante la fiera del libro di Francoforte nel 2008 In Bewegung, Gedichte und Prosaminiaturen [In movimento, poesie e miniature in prosa]. Con Jürgen Walter nel 2007 elabora un progetto multimediale, uscito in DVD+CD, Die Kunst der Wissenschaft [L’arte della scienza]; testi su oggetti di Jürgen Walter, film a cura di Harald Ortlieb, con testi in tedesco e inglese su CD). Der Geruch von Glück[L’odore della gioia], racconti, Verlag Hans Schiler, 2011.
Çirak è stata insignita di numerosi premi, tra cui si ricordano il premio Adelbert von Chamisso-opera prima (1989), il Friedrich Hölderlin-opera prima (1993) e il premio Adelbert von Chamisso (2001). In Italia ha ricevuto nel 2005 a Olbia il premio di poesia Amistade.
Mit den Augen eines anderen
So zu sehen wie der Nachbar
wenn er an seinem Fenster steht
zu hören, was er lauschen kann
sozusagen wie er zu sein
mit dem gleichen Hund spazieren gehen
mit der gleichen Frau zu schlafen
seine Angst vor mir zu haben
und keine Angst vor ihm
dem jeden Tag aus dem Weg zu gehen
und die Tür leise zu schließen
an solchen Tagen wie er zu sein
mit den Augen eines anderen
Con gli occhi di un altro
Â
Vedere così come il vicino
quando sta alla finestra di casa sua
sentire cosa può arrivare al suo orecchio
insomma essere come lui
uscire con lo stesso cane
dormire con la stessa donna
avere la sua paura di me
e nemmeno un po’ di lui
ogni giorno schivarlo
e chiudere piano la porta
in giorni così essere come lui
con gli occhi di un altro.
Für J.
Es ist Winter
und ich lege dir Kirschen auf den Mund
Kirschen sagst du gibt es heutzutage
jederzeit fast überall
aber diese Kirschen sind meine beiden Augen
die sich aus Traurigkeit kirschrot geweint
traurig weil sie dir nicht tief genug
ins Herz geschaut
Es ist Frühling
und ich pflücke dir roten Mohn
obwohl wir wissen roten Mohn den kann man
kaufen in jeder Jahreszeit
aber dieser rote Mohn ist mein Mund
der aus Scham sich gerötet
und dir schon so viel Böses gesagt
Es ist Sommer
und die Sonne scheint nicht
aber sie kann gebucht werden auf Zeit auf Ort
und ich lege mich ganz heiß auf deine Haut
heiß weil ich glühe vor Wut und aus Freude
dass ich dich nicht schon viel früher gefunden
und dass ich dich hab überhaupt
Es ist Herbst
unsere Lieblingszeit zum aneinander reiben
mal funken wir wie Feuersteine
mal fallen wir wie Blätter aus einem Buch
aber wir sind zusammen darin geschrieben
die meiste Zeit und beim Schweben von jetzt und hier
Per J.
È inverno
e poggio delle ciliegie sulla bocca tua
ciliegie dici oggi si trovano
ovunque quasi sempre
ma queste ciliegie sono gii occhi miei
rosse ciliegie di lacrime di tristezza
tristi perché non guardano al/in fondo
al tuo cuore
È primavera
e ti raccolgo il papavero rosso
ma sappiamo: il papavero si può
comprare in ogni stagione
ma questo papavero è la mia bocca
arrossita di vergogna
che ti ha detto tante cose brutte
È estate
e il sole non splende
ma lo si può affittare a tempo in certi posti
e mi sdraio caldissima sulla tua pelle
calda, perché ardo di rabbia e gioia
per non averti trovato prima
e per averti trovato comunque
È autunno
il nostro tempo preferito per strofinarci
a volte sfavilliamo come pietre focaie
a volte cadiamo come fogli da un libro
ma siamo scritti insieme lì dentro
quasi tutto il tempo e librandoci da ora da qui
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