Cristina Sparagana, Pasolini

Pasolini
Sono stato una pietra, una fra tante
ove non soffia raffica di mare,
un dolmen forse, un urlo d’elefante,
il cremisi di un gran portacandele
dalla crosta abbuiata, un figlio un giglio-
la mano sulla sete di colostro.
Madre, mi sei mancata nelle sere
quasi illuni d’inverno, e in primavera,
dove non cade battito d’autunno.
Ma ti sono vissuto, nella fede
di un empito profano di preghiera,
tu, la manica austera,
che asciugava la lacrima e il sudore.
Ecco, qui nel sepolcro ove mi duole
si dilava una ciotola di terra,
e ho smarrito la tempra degli occhiali,
quei disseccati ovali
che dall’edera a te tacciono, interi,
le maiuscole 0 del tuo gridare.
Fu, il mio giro di vite, dipartita
dagli agnelli e dai cani, fu un domani
separato dal muschio, umido ancora.
Madre, han rotto la scheggia che torceva
il mio nudo nel pacco di una gora.
grida, cullami ora
a me, che lo desidero, che chiedi.
da Strida a novembre, inedito
Cristina Vidal Sparagana, nata a Roma, il 1 novembre 1957, poeta e traduttrice, ha trascorso nove anni in Chile dove ha insegnato letteratura italiana presso l’Università Cattolica di Valparaiso.
Vincitrice del Premio Montale Inediti nel 2002, è stata a lungo collaboratrice della rivista “Poesia” di Nicola Crocetti per la quale ha realizzato traduzioni di importanti autori latino-americani. Nella primavera del 2006 è uscito presso le Edizioni del Giano il suo libro di versi Il demone gentile, curato da Plinio Perilli, cui ha fatto seguito Biografia della Polvere, Pascal, 2011, e Solo la terra, Passigli, 2011, prefazione di Maria Luisa Spaziani. Nel 2012 la Casa Editrice Passigli ha pubblicato la sua traduzione de La Barcarola di Pablo Neruda, ed è del marzo dello stesso anno il volume Giordano al rogo e altri versi, Edizioni Neos, Torino, cui è stato conferito il 2° premio – Premio Nazionale di Arti Letterarie Città di Torino.