Kurt Aebli
Traduzione di Chiara De Luca
Da Tropfen [Gocce], Edition Korrespondenzen, Vienna 2014
Der Tag verzögert sich.
Der Nebel bleibt.
In mir ist alles wie verschneit,
und Vögel,
die hoch am Himmel fliegen,
sind im Spiegel Etagen tiefer
einzig
Wirklichkeit.
Il giorno si attarda.
La nebbia si trattiene.
In me tutto è come innevato,
e uccelli,
che volano alti nel cielo,
sono allo specchio piani più in basso
unicamente
realtà.
Tropfen mit zu großer
Last auf den Schultern.
Flocken mit wassergetränkten
Flügeln.
Beinah unbemerkt
geht der Regen über
in Schnee.
Gocce con eccessivo
carico sulle spalle.
Fiocchi cui l’acqua ha inzuppato
le ali.
Quasi inavvertita
la pioggia si trasforma
in neve.
Nur von der leise anhebenden Dämmerung
dirigiert, der Chor der Vögel.
Eine einsame Amsel, die Misstöne
sät.
Murrende Ankunft: am
Sonntagmorgen
frühes Auto, Türen
schlagen,
laute Stimmen aus dem
Publikum,
bevor das Licht
angeht im Saal.
Solo dall’alba che si leva in silenzio
è diretto il coro degli uccelli.
Semina
dissonanze un merlo solitario.
Arrivo mormorante: la
domenica mattina
auto mattiniera, porte
sbattono,
voci alte dal
pubblico
prima che la luce
si accenda nella sala.
So sanft dieser Aprilregen: wie eine Liebkosung
der dunklen satten Erde.
Alles ist sanft heute, noch bin ich keinem
begegnet, der mit jeder Geste
einschüchternd
an den Tag
legt die Entschlossenheit
zu wachsen und zu expandieren.
Ein Storch, ein streunender Hund,
ein Wildgänsepaar und ein Schwarm
Krähen teilen sich
die dunkle
satte Erde.
Così dolce questa pioggia d’aprile: come una carezza
alla buia terra sazia.
Tutto è dolce oggi, ancora non ho
incontrato nessuno, che con ogni gesto
intimidatorio
al giorno
dia la risolutezza
di espandersi e crescere.
Una cicogna, un cane randagio,
una coppia d’oche selvatiche e uno stormo
di cornacchie si spartiscono
la buia
terra sazia.
Seit ich dich kenne,
hat der Duft des Flieders
einen Namen.
Da quando ti conosco
il profumo del lillà
ha un nome.
Meine Zeit ist ausgefüllt
mit Warten
auf das Ende
der Zeit.
Wenn der Nachbar über mir Blumen gießt,
hör ich, wie das Fallen der Tropfen
langsamer wird.
Jetzt hat es
aufgehört.
Il mio tempo è colmo
di attesa
della fine
del tempo.
Quando il vicino mi versa fiori addosso,
sento come la caduta delle gocce
divenga più lenta.
Adesso è
cessata.
An einem schwülen Tag plötzlich des Teufels
Schneeflocken, schwarzes
Schneetreiben,
surrend und schwirrend, aufgewirbelt
von Pferdeäpfeln am
Waldrand.
In un giorno afoso all’improvviso demoniaci
fiocchi di neve, nero
nevischio,
ronzante e sibilante, che fanno turbinare
palle di sterco di cavallo
al margine del bosco.
Von meinem Schatten hinter meinem
Rücken geschriebene
Gedichte.
Der Sonne
gewidmet, die sich nichts
aus Gedichten macht.
Scritte dalla mia ombra alle mie
spalle
poesie.
Dedicate
al sole che non se ne fa
nulla delle poesie.
Wie lange noch wird die Gestalt
ihr Glück genießen, im Regen zu wandern?
Die Gestalt,
das bin ich.
Das Geräusch des Regens,
das bin nicht ich.
Die Gestalt, das bin
nicht ich.
Das Geräusch des Regens, das
bin ich.
Per quanto ancora la figura godrà
della fortuna di camminare sotto la pioggia?
La figura,
ecco cosa sono.
Il rumore della pioggia,
ecco cosa non sono.
La figura, ecco cosa
non sono.
Il rumore della pioggia, ecco
cosa sono.
Laubgelber Gehweg.
Vom Klee
verschluckt.
Mit den Rehen auf der Flucht
vor einem
Spaziergänger im Wald.
Geliehenes Gold
der Baumkronen:
sag, was ich bin.
Kein Mensch, nur eine Stille,
ein Gehen, ein Nichts.
Sentiero giallo di foglie.
inghiottito
da trifoglio.
Coi caprioli in fuga
da un
viandante nel bosco.
Oro in prestito
di chiome d’alberi:
di’ che cosa sono.
Un umano no, solo un silenzio,
un andare, un nulla.
Ein Glockenton sondert sich ab,
bleibt einsam
in der Luft hängen.
Das einzige
Wort.
Un rintocco di campana si isola,
rimane da solo
appeso all’aria.
L’unica
parola.
Das Fenster staunt.
Auch der im Zimmer
hat sich in ein
Fenster verwandelt.
Jetzt kann das Fenster aus dem
Fenster schauen und sehen,
wovon er träumt.
La finestra si stupisce.
Anche quello nella stanza
si è trasformato
in una finestra.
Ora la finestra può guardare
dalla finestra e vedere
quello che sogna.
Auf Zementfüßen nagelneu –
aufsässige Behauptung,
ungehobelt wirkender
Zwischenruf –
am Waldrand hier, wo ich Jahr um Jahr,
Tag für Tag vorbeikomme,
heute Morgen plötzlich:
eine Ruhebank.
Und nur einen Steinwurf weiter,
der an einem in die Erde gesteckten dürren
Zweig mit Reißzwecken fixierte
Zettel,
handbeschrieben,
neben der glockenblumenartig lila erblühten
Pflanze, die dort einsam
sprießt:
Lasst mich bitte stehen.
Ich bin selten!
Nuovo di zecca su piedi di cemento –
ribelle affermazione,
suona come una grossolana
interruzione –
al margine del bosco, qui dove anno dopo anno,
giorno dopo giorno passo oltre,
questa mattina all’improvviso:
una panchina.
E a un tiro di schioppo più in là,
fissato con puntine a un ramo
secco piantato nella terra
un foglietto,
scritto a mano,
accanto alla pianta fiorita, simile a campanule
lilla che là solitaria
germoglia:
Per favore mi lasci stare.
Sono rara!
Jeder Weg, den ich gehe, verwandelt sich
unter meinen Füßen in
eine Schlange.
Die Schlange, die sich windet und bäumt
und sich weigert, als Weg zu dienen,
bin ich.
Ogni strada su cui cammino si trasforma
sotto i miei piedi in
un serpente.
Il serpente che si attorciglia e s’impenna
e si rifiuta di fungere da strada
sono io
Wenn ich lange genug
gegangen bin,
denke ich manchmal,
dass jetzt auch
ich
gehe.
Quando ho camminato
abbastanza a lungo,
penso talvolta
che ora anche
io
cammino.
Immer ging ich
in ein und dieselbe
Richtung.
Ich konnte mich in der Richtung
irren, nie
irrte sich
die Richtung
in mir.
Camminavo sempre
nella stessa identica
direzione.
Può darsi abbia
sbagliato direzione
ma la direzione non ha mai
sbagliato
me.
Um einen Ort zu haben,
wo das Gehen
an kein Ende kam,
ziellos gegangen
Jahr um Jahr,
weil das Gehen,
wie es mit mir ging,
das Ende war,
der Sinn.
Per avere un luogo
dove l’andare
non avesse fine,
andai senza meta
anno dopo anno,
perché l’andare,
andando con me,
era il fine
il senso.
Erschreckend über etwas wie aus dem
Boden geschossen
Auftauchendes,
erkenne ich in einem Spiegel, den jemand
an die Straße gestellt hat,
meine Füße,
wie sie sich
bewegen,
mir auf den
Fersen,
zwei Schritte von mir entfernt.
Spaventandomi per qualcosa come
scaturito dal terreno,
affiorante,
riconosco in uno specchio, che qualcuno
ha posto sulla strada,
i miei piedi,
come si
muovono
alle mie
calcagna,
a due passi di distanza da me.
In den Wunsch, jede Einzelheit wirklich
zu sehen, ganz das Gesehene mir einzuschreiben,
mit sämtlichen Sinnen einzuverleiben,
mischt sich unterwegs unerfüllbar
ein Verlangen,
das eigene Tempo anzugleichen
der Geschwindigkeit der Gegenstände.
Wenn ich für Augenblicke irgendwo
still
stehe, bin ich
immer noch
zu schnell.
Mit dem Auftrag losgesandt,
das beiläufig Registrierte
flüchtig zu fixieren,
geht meinem Kugelschreiber
plötzlich
die Tinte
aus.
Nel desiderio di vedere davvero ogni
particolare, d’inscrivere in me tutto ciò che vedevo,
d’incorporarlo con tutti i sensi,
si mescola strada facendo inappagabile
l’urgenza
di adattare il proprio ritmo
alla velocità degli oggetti.
Quando per qualche istante da qualche parte
sto
fermo sono
ancora
sempre troppo veloce.
Sgravata dal compito
di fissare di sfuggita
ciò che per caso è stato registrato
la mia penna stilografica resta
all’improvviso
a corto
d’inchiostro.
In der Linken ein kleines Heft,
Pappumschlag, blau,
in der Rechten der Stift,
mit dem er schreibt:
Du hast nichts in der Hand,
deine Hand
ist leer.
Nella sinistra un quadernetto,
imballo di cartone, azzurro,
nella destra la penna,
con cui scrive:
non hai niente in mano,
la tua mano
è vuota.
Kein Wort fasst
die Fülle
des Augenblicks.
Nur davon
spricht
das Wort.
Nur das Wort, das davon spricht,
hat seine Sprache
gefunden.
Nessuna parola afferra
la pienezza
dell’istante.
Solo di questo
parla
la parola.
Solo la parola che parla di questo
ha trovato
una lingua.
Kurt Aebli (1955) a Rüti (Cantone di Zurigo), vive come scrittore a tempo pieno a Radolfzell am Bodensee. Ha ricevuto il Premi di poesia di Basilea (2008). Tra le sue opere ricordiamo: Der ins Herz getroffene Punkt (Il punto colpito al cuore, 2005), Ich bin eine Nummer zu klein für mich (Sono un numero troppo piccolo per me, 2007) e L’impreparato (2009), tutti con Engeler-Verlag. La sua più recente raccolta poetica è Tropfen (Gocce, Edition Korrespondenzen, Vienna 2014), che uscirà in edizione bilingue per Edizioni Kolibris, con la traduzione di Chiara De Luca.
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Perfetto.