Raïssa Oumançoff Maritain

a cura di Carmela Cossa
Raïssa Oumançoff nasce a Rostov, in Ucraina, il 12 settembre 1883 da una famiglia di ebrei ortodossi che nel 1893 emigrerà in Francia. Qui ella viene educata nel clima culturale e artistico parigino, dove conosce e frequenta, tra gli altri, Charles Péguy e Henri Bergson. Nel 1901 all’Università della Sorbona incontra Jacques Maritain, di famiglia e religione protestante, con il quale frequenta i corsi di filosofia alla Facoltà di Lettere e le lezioni di Bergson al College de France, e che nel 1904 diventerà suo marito. Dopo aver conosciuto Léon Bloy, la cui casa è luogo di ritrovo di numerosi intellettuali alla ricerca di verità metafisica e di assoluto − ricerca che non trovava risposte soddisfacenti nella cultura e nella scienza del tempo, nel 1905 Jacques, Raïssa e sua sorella Vera si convertono al cattolicesimo e l’anno successivo ricevono il battesimo. Il padre Ilia e la madre Hissia, che prenderà il nome di Elisabetta Maria, ne seguiranno le orme rispettivamente nel 1912 e nel 1925.
Dopo aver vissuto per due anni ad Heidelberg (1906-1908) e poi a Parigi (1908-1909), i Maritain si stabiliscono a Versailles (1909-1923), dove iniziano lo studio dell’opera di San Tommaso e danno vita ai Circoli tomisti. Si trasferiscono in seguito a Meudon e qui, dal 1923 al 1939, faranno della loro casa un centro di incontri culturali frequentato da filosofi, teologi, scrittori, poeti, artisti, musicisti e letterati. Anche grazie a questa rete multiforme di relazioni Jacques potrà scrivere la sua opera monumentale, che spazia dalla metafisica alla mistica, dall’estetica alla poetica, dalla politica alla filosofia del diritto, dall’epistemologia alla filosofia della natura. Ed è proprio a Meudon, nel 1935, che Raïssa pubblica la sua prima raccolta di poesie.
Nel 1940, a causa delle persecuzioni naziste, i coniugi Maritain emigrano in America, dove Jacques accetta di svolgere una missione assegnatagli dal governo francese e insegna nelle Università di Princeton e della Columbia. Nel 1945 rientrano in Europa stabilendosi a Roma; qui Jacques, nominato ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, fonda il Centro culturale “San Luigi dei Francesiâ€.
Nel 1948 li ritroviamo di nuovo negli Stati Uniti, a Princeton, dove Jacques insegna filosofia morale e Raïssa pubblica nel 1949 l’opera autobiografica I grandi amici. Nel 1959 muore Vera, la sorella che aveva condiviso con loro tutta la sua vita, e l’anno successivo, durante uno degli abituali rientri estivi in Francia, anche Raïssa si ammala e il 4 novembre muore a Kolbsheim, in Alsatia.
Nel 1964 esce postumo il Diario e nel 1968 la raccolta completa delle sue opere, con il titolo Poèmes et essais, entrambi per l’interessamento e la cura di Jacques, il quale, dopo la morte della moglie, si era ritirato nella Comunità di Tolosa dei Piccoli Fratelli di Gesù.
 Raïssa Oumançoff Maritain è autrice di numerosi scritti di varia natura, tra cui articoli, opere autobiografiche, poesie, prefazioni, recensioni, corrispondenze, traduzioni, i quali testimoniano la varietà dei suoi interessi e la partecipazione intensa alla vita culturale e intellettuale del suo tempo.
Ma Raïssa è stata soprattutto una grande poetessa, una delle più significative poetesse religiose della Francia del secolo scorso, come ha sottolineato Pierre de Massot nella postfazione a Poèmes et essais. Lasua produzione poetica è apparsa in diverse raccolte: La vie donnée, Labergerie, Paris 1935; Lettre de nuit, Desclée de Brower, Paris 1939; Portes de l’Horizon, Regina Laudis, Connecticut 1952; Aux creux du rocher, Alsatia, Paris 1954. In una lettera ad Albert Béguin, riportata nel suo Diario, ella scrive che la sua poesia era nata non già “nel rumoreggiare continuo dell’immaginazione, ma nel cuore del silenzio, quando questo silenzio aveva raggiunto un certo grado di profondità e di purezzaâ€, perché ciò che ella si proponeva era di “tradurre in immagini della realtà la realtà senza immaginiâ€, attraverso la sua continua disposizione “a riferirsi all’essere, a contemplare le essenze attraverso le esistenze particolariâ€. Per questo Thomas Merton può affermare che la vera base dell’esperienza poetica di Raïssa Maritain, anche quando le sue poesie sembrano non dire nulla di preciso su Dio, è la sua intimità con il divino. E la sua opinione è convalidata da Maurice Maurin, il quale ribadisce che “Raïssa ha detto tutto della sua preghiera e della sua vita per Dio nelle sue poesie, giacché ebbe il raro privilegio di poter esprimere la sua esperienza mistica in una intuizione poetica limpida e puraâ€. Nella poesia di Raïssa Maritain, infatti, è dappertutto palpabile l’amore, in cui tutto si lega, così come costante è l’anelito verso qualcosa di più alto, “di più intensamente desideratoâ€, come sottolinea Bice Tibiletti. E questa fu per lei esperienza realmente e quotidianamente vissuta, nella sua vita di contemplativa nel mondo, anzi per le strade, “nel pieno della battaglia†secondo l’espressione di François Mauriac, tra mille e imprevedibili problemi, al di fuori della sicurezza tranquilla e riparata del chiostro.
Perciò più che di poesia religiosa, come vorrebbe Bice Tibiletti, si tratterebbe di poesia mistica, come ha messo in particolare rilievo Judith D. Suther nel saggio Raïssa Maritain entre mystique et poésie. Essa, perciò, si può comprendere appieno soltanto alla luce della sua esperienza religiosa, che è molto ben documentata nelle pagine del Diario. Ma che cosa vuol dire “misticaâ€? Come spiega Wikipedia, è un termine che deriva dal greco mystikòs “misteriosoâ€, e questo a sua volta da myein “chiudere, tacereâ€; esso designa la contemplazione della dimensione del sacro, di cui comporta una esperienza diretta, al di là del pensiero logico-discorsivo e perciò difficilmente comunicabile.
Ma, a proposito della incomunicabilità della esperienza mistica, nel Diario di Raïssa, a p. 316, si legge: “Forse non è completamente vero che la contemplazione tenda essenzialmente al silenzio […]. Come l’azione santa, la parola di sapienza e di bellezza prorompe dalla contemplazione: − i Salmi e tutta la Scrittura ispirata. Avviene, della contemplazione e del canto, ciò che avviene del fiume e del mare. Il fine, l’inclinazione del fiume, è di perdersi nell’oceano; ma, se le acque traboccano dal suo letto, straripano a destra e a sinistra. Il fine dell’anima contemplativa è di perdersi in Dio, − ma il troppo pieno del cuore si esala in canti e in attiâ€.
Alla incomunicabilità per così dire intrinseca, che è propria della poesia mistica, va aggiunta la difficoltà oggettiva di tradurre la poesia. A questo riguardo, così si esprimeva Raïssa nel suo scritto Senso e non senso della poesia del 1937: “Il senso della poesia fa una cosa sola con la sua forma verbale […] Ciò distingue subito il poema da ogni opera di modo prosaico, non dico da ogni prosa. Nel modo prosaico, infatti, le parole sono quasi esclusivamente soltanto dei segni; ci sono, soprattutto, per riferire lo spirito a ciò che esse significano; in se stesse hanno un’importanza secondaria. Mentre invece nella poesia le parole sono al tempo stesso segni e oggetti (oggetti portatori di immagini) che si organizzano in un corpo vivente e indipendente; non possono cedere il posto ad un sinonimo senza che ne soffra o muoia il senso del poema in quanto taleâ€. Di conseguenza, Raïssa considerava intraducibile la poesia, almeno quella dei grandi poeti, anche se poi lei stessa aveva tentato l’impresa trasponendo in inglese la sua raccolta Portes de l’Horizon e in francese un’Ode di Allen Tate, poeta e critico americano suo contemporaneo, convertitosi anche lui al cattolicesimo e vicino al neotomismo di Jacques Maritain.
Come sottolinea Giancarlo Galeazzi nella presentazione al volume che raccoglie la prima traduzione in italiano dei componimenti poetici di Raïssa, Poesie (Contemplazione tra poesia e mistica), Massimo, Milano 1990, la traduzione della poesia si giustifica non solo quando dà luogo ad una nuova opera d’arte, “un nuovo poema in simpatia con il primo†in cui le intuizioni “si rispondonoâ€, ma anche quando facilita la prima conoscenza di un’opera ritenuta meritevole di essere letta, permettendo così al lettore di farsene almeno un’idea e suscitando in lui il desiderio di una conoscenza più approfondita.
La traduzione delle poesie che verrà di seguito proposta vuole collocarsi appunto su quest’ultimo livello. Essa è stata condotta direttamente sul testo originale, ma tenendo anche nella dovuta considerazione il precedente lavoro di Anna Bettini, che per prima si è assunta il compito di tradurre le poesie di Raïssa Maritain nella nostra lingua.
TOUT EST LUMIÈRE
Tout est donné. L’agonie a passé
Et la mort
Que mon âme est légère.
J’ai remis mon esprit entre les mains de Dieu
Mon coeur est pur comme l’air des hauts lieux.
Tout est lumière.
TUTTO È LUCE
Tutto è donato. Terminata è l’agonia
E la morte
È leggera come l’anima mia.
Ho rimesso il mio spirito nelle mani del Creatore
Come l’aria delle alture è puro il mio cuore
Tutto è luce.
ARBRES
Les arbres à ma fenêtre
Font un lacis de ramilles grises
Et leurs troncs en robe verte
Sont des colonnes de poésie
Dénudés par le vent d’hiver
Ils tracent des dessins divers
En tons légers sur le ciel tendre
Les pieds des anges vont s’y prendre
Ils font une grande troupe
Un concile d’Enchanteurs
La brume de branche en branche
Tend ses voles de couleurs
Ils semblent parler de nous
Dans l’infaillible silence
Depuis le Jardin perdu
Ils se souviennent de l’innocence
Arbres de vie et non de science
ALBERI
Gli alberi alla mia finestra
Creano un intrico di ramoscelli grigi
E i loro tronchi in abito verde
Sono colonne di poesia.
Denudati dal vento invernale
Tracciano disegni diversi
In toni tenui sul tenero cielo
I piedi degli angeli vi s’impigliano
Formano un grande gruppo
Un concilio d’Incantatori
La bruma di ramo in ramo
Stende manti di colori
Sembrano parlare di noi
Nell’infallibile silenzio
Dal tempo del Giardino perduto
Si rammentano dell’innocenza
Alberi di vita e non di scienza
DÉDICACE
Je veux chanter pour toi Seigneur
Des chants d’amour des chants de pleurs
Au son de la harpe
Daigne agréer ce grand désir
Et de tes sources fais jaillir
Le chant de mon âme
Toutes les sources sont en toi
De la musique de la foi
De la poésie
La source de vie en ton sang
En tes lois le fondement
De toute harmonie
Mais en mon coeur tout fait défaut
Que l’amour y creuse très haut
La source des larmes
Et du chant. Et que ta bonté
A ces dons de ma pauvreté
Trouve du charme.
DEDICA
Voglio cantare per te Signore
Canti d’amore canti di dolore
Al suono dell’arpa
Condiscendi a questo gran desiderio
E dalle tue fonti fai fluire
Il canto dell’anima mia
Ogni sorgente in te risiede
Della musica della fede
Della poesia
Nel tuo sangue della vita è la fonte
Nelle tue leggi il fondamento
Di qualsivoglia armonia
Ma nel mio cuore tutto è carente
Che l’amore vi scavi ben profonda
Delle lacrime la sorgente
E della poesia. E che la tua bontÃ
In questi doni della mia povertÃ
Trovi qualche leggiadria.
SANS DEMEURE
Sans demeure que le ciel
Comme l’oiseau sur la branche
Sur les branches de la Croix
Sera ton repos cruel
Dans la paix de ce refuge
Amertume très amère
Repose comme l’oiseau
Sans racines dans la terre
Sur cet arbre où meurt ton Dieu.
SENZA DIMORA
Senza dimora se non il cielo
Come il passero sul ramo
Sulle braccia della Croce
La tua tregua sarà atroce
Nella pace di questo riparo
Amarezza molto amara
Come il passero riposa
Senza radici sulla terra
Su quest’albero dove
Il tuo Dio muore.
LA GLOIRE DE DIEU
Le repos est en vous ̶ Vous qu’on
Ne peut nommer
En vous l’inconnaissance boit la plénitude
Battement invisible ̶ sommeil éveillé
Au ciel de votre nuit trône la certitude
Substance impénétrable ̶  Déité
A notre amour vous êtes accessible
Fidèle Trinité
LA GLORIA DI DIO
La quiete è in voi ̶ Voi che
Siete l’Ineffabile
In voi la non conoscenza beve la pienezza
Palpito invisibile ̶ sonno sveglio
Nel cielo della vostra notte troneggia la certezza
Sostanza impenetrabile ̶  DeitÃ
Al nostro amore voi siete accessibile
Fedele TrinitÃ
LA DOULEUR DE LA POÉSIE
Je te connais douleur amie
Que je remâche avec
L’angoisse de la mort
Pourquoi encore la poésie?
Pour rendre mémorable
Un message adorable
Qui passe comme la vie
Vienne l’étincelle
Qui rassemble les mots
Pour un départ vers le ciel
IL DOLORE DELLA POESIA
Ti conosco dolore amico
Che io rimugino con
L’angoscia della morte
Perché ancora la poesia?
Per rendere memorabile
Un messaggio adorabile
Che passa come la vita
Sopraggiunga la scintilla
Che raduni le parole
Per portarle su nel cielo.
O MORT
O mort! Angoisse! Étroite porte
Entre la vie et la vie
O mort!
De mort en mort échelle si haute
O MORTE
O morte! Angoscia! Stretta porta
Tra la vita e la Vita
O morte!
Di morte in morte così alta scala
O CROIX
O Croix qui divises le coeur
O Croix qui partages le monde
O Croix divine bois amer
Prix sanglant des Béatitudes
Royale Croix Signe impérieux
Croix ténébreuse gibet de Dieu
Étoile des Mystères
Clé de la certitude
O CROCE
O Croce che spezzi il cuore
O Croce che dividi il mondo
O Croce divina legno amaro
Prezzo sanguinante delle Beatitudini
Croce Regale Simbolo imperioso
Croce tenebrosa patibolo di Dio
Stella dei Misteri
Chiave di certezza
ECCE IN PACE
« O Dieu je Vous salue
Amère amertume pleine
De toutes les grâces »
(Tauler)
Le Seigneur m’a fait entrer dans son repos
Il a fixé mon Coeur comme avec une lance
Il a plongé son regard tout au fond
Là où naissent les fleuves de la Grâce
Là où son Règne arrive où son amour s’implante
Lui qui sépare l’âme de l’esprit
Il demande mon vouloir et ma vie
Il veut ma destruction et ma mort
Ainsi entre la mort et la vie
Gardée dans la paix par Lui
Je goûte la divine amertume
De mourir et de vivre
ECCE IN PACE
« Vi saluto o Dio
Amarezza amara piena
Di ogni grazia »
(Taulero)
Il Signore mi ha fatto entrare nel suo riposo
Come con una lancia ha fissato il mio cuore
Ha spinto il suo sguardo fino al fondo
LÃ dove nascono i fiumi della Grazia
LÃ dove il Regno suo arriva e si radica il suo amore
Lui che dallo spirito l’anima separa
Chiede la mia vita e il mio volere
Vuole il mio annientamento e la mia morte
Così tra la morte e la vita
Da Lui nella pace custodita
Gusto l’amarezza divina
Di vivere e di morire
LE POÈTE
Si ton âme, ô Poète, ne vit pas d’enthousiasme et d’amour,
de passion, de compassion, d’intelligence,
que me font les détours de tes adresses, de tes ruses?
Nécessaire est la science, bénie l’imagination, et plus encore, dans la
quiétude,
l’expérience,
et l’union
à la Création.
IL POETA
Se la tua anima, o Poeta, non vive d’entusiasmo e d’amore,
di passione, di compassione, d’intelligenza,
a che pro le destrezze dei tuoi giri di parole, dei tuoi stratagemmi?
Necessaria è la scienza, benedetta l’immaginazione, e più ancora, nella
tranquillitÃ
l’esperienza
e l’unione
alla Creazione.
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