Rimbaud
Rimbaud 1
Gern gesehen gewesen in jeder Talkshow wäre der
Frühreife Wirrkopf, Wunderkind von Charleville,
Die Skandalnudel der Saison, über die herzhaft
Gelacht werden darf. Akzeleriertes Genie mit miesen
Tischmanieren, Haschisch rauchend, selbstsüchtig,
In Rätseln sprechend, ein Konvertit, eingefl ogen
Aus Afrikas Bauch, braun und insektenzerstochen,
Nickend, immer nur nickendes stinkendes Fleischstück
Von Kameras und Mikrophonen. Nichts da von
Der Seide der arktischen Meere, des Hungers satt
Und der Metaphern. Wie die Geschichte ausgeht?
Verheerend, sehen Sie mich an, ein Beispiel für Alles
Und Nichts, lacht er, kotzt Blut, nimmt den Scheck
Und verschwindet, wo er herauskam, im Dschungel.
Rimbaud 2
Der Spleen der Verlierer. Hinüberzukommen auf die
Andere Seite. Wo sich das Licht bricht
An den Spucknäpfen im Innenministerium. Geld arbeitet
Für die Müßiggänger. Nackte Weiber, lüstern
Auf ein Fingerschnipsen. Ein Fest für den Ekel
Für einen Halbgott im Schattenreich. Oh Mensch,
Unbändiges Tier, schärfst deine Krallen
An Kindergurgeln. Da, lieber Paul, endet die Kunst.
Weiche Epidermis, Auffanglager der Messer. Aus
Der Traum. Willkommen, Dreckstück, in der Hitze
Der Hölle. Eiseskälte, die Parole der letzten Tage.
Bis das Blut friert. Rote Pisse, die das Herz
Berührt. Ja, wo das Fleisch ist, sind auch die Geier.
Die Flasche im Arm, auf der Überfahrt in den Magreb,
Summt er: Nur der ist ein verlorner Mann,
Der in der Haut des Siegers tanzen kann.
Steffen Mensching, da Quel certo non so che, in uscita per Edizioni Kolibris
Rimbaud 1
Volentieri avrebbe preso parte a tutti i talkshow
Il precoce casinista, il bambino prodigio di Charleville,
Le pietre dello scandalo della Saison, su cui si può
Ben ridere di cuore. Genio accelerato, con pessime
Maniere a tavola, fumatore d’hashish, egoista
Che parla per enigmi, convertito, aerotrasportato
Dal ventre d’Africa, scuro e mangiato dagli insetti,
Ammiccante, sempre solo fetida carne ammiccante
Da microfoni e videocamere. Qui nulla ti parla
Della seta dei mari artici, della fame placata
E delle metafore. Come va a finire questa storia?
Orrendo, guardatemi, fulgido esempio del tutto
E del nulla, ride, vomita sangue, afferra l’assegno
Sparisce nel posto da cui era fuoriuscito, la giungla.
Rimbaud 2
Lo spleen dei perdenti. Passare dalla parte
Opposta. Là dove la luce s’infrange dentro
Le sputacchiere degli Interni. Sgobba il denaro
Per i nullafacenti. Donne nude, vogliose di una
Toccatina. Festa del disgusto per un semidio
Nel regno delle ombre. Oh uomo, indomabile
Animale, affìlati gli artigli sulla gola dei bambini.
È qui, caro Paul, che l’arte va a morire. Molle
Epidermide, centro d’accoglienza dei coltelli.
Fuori dal sogno. Benvenuto, pezzo di merda, nel
Fuoco dell’inferno. Freddo siderale, il motto degli ultimi
Giorni. Finché gela il sangue. Piscio rosso che il cuore
Sfiora. Certo, dove c’è carne non mancano mai gli avvoltoi.
Col fiasco in braccio, in viaggio per il Maghreb,
Lui borbotta: perduto è soltanto l’uomo
Che nella pelle del vincente può danzare.
Traduzione di Chiara De Luca (pubblicata su “Atelier”)
Rimbaud in Aden
Wo nichts ist, war mein Schatten
auf dem Sand. Nun bin ich schattenlos.
Das Mittagslicht gerinnt von Blut
träum ich von Wüsten Salzkristallen
einem feuchten Wind. Ich reise, kaufe, zähle
Säcke Kaffee Gewehre Pleiten.
Von Vieh bin ich umgeben und schon selbst
vertiert, komm ich zurück, was weiß ich
liquidiert. Verdorben ist die Ernte.
Jahr um Jahr Kaffee Gewehre Süßholz. Jetzt –
der Nebel ist gestorben im Kalender. Bald
bin ich niemals reich, bald ruiniert.
Mutter, schick Krampfadernstrümpfe
und einen Koran. Der Schmerz klopft an
ich öffne, da liegt ein Knochen vor der Tür
und Eulen lachen in den Büschen …
Gewehre Pleiten Fäule. Und vor dir
geht dein Bein den Weg zur Hölle.
Ursula Krechel, da Corpi di parole, Kolibris 2015
Rimbaud ad Aden
Dove non c’è nulla c’era la mia ombra
sulla sabbia. Adesso sono senz’ombra.
La luce del mezzodì striata di sangue
sogno di cristalli di sale nel deserto
a un vento umido. Viaggio, compro, conto
sacchi caffè fucili fallimenti.
Sono circondato da bestiame e già io stesso
abbruttito, se torno indietro, che so
liquidato. Il raccolto è rovinato.
Anno dopo anno caffè fucili liquirizia. Ora –
la nebbia è morta sul calendario. Presto
non sarò mai ricco, presto rovinato.
Madre, manda calze per le vene varicose
e un Corano. Il dolore bussa
apro, c’è un osso davanti alla porta
e civette ridono nei cespugli…
Fucili fallimenti marciume. E davanti a te
la tua gamba percorre la strada per l’inferno.
Traduzione di Chiara De Luca